Trieste, 14 lug - "Per le ragioni strettamente legate alla
sostenibilità giuridica, la mozione relativa alle azioni
conseguenti alla sentenza della Corte costituzionale in tema di
morte medicalmente assistita non può essere accolta dalla Giunta.
Non è un giudizio o una posizione personale ma un dato di fatto
vista l'impossibilità di entrare nel merito dei profili di
sostenibilità giuridica".
Lo ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con
delega a Salute e Sociale, Riccardo Riccardi in occasione della
mozione, bocciata poi dal Consiglio regionale, oggi in Aula. Il
vicegovernatore ha evidenziato come "la Corte costituzionale ha
auspicato con vigore l'emanazione di una legge nazionale, che è
al vaglio del Parlamento, ed è importante evidenziare come la
Regione non abbia alcuna competenza in merito. Per cui ogni norma
regionale emanata in Friuli Venezia Giulia su questo tema sarebbe
impugnata dal Governo".
I temi del fine vita e del suicidio medicalmente assistito sono
estremamente delicati e oggetto di un ampio dibattito a livello
nazionale, anche in considerazione della sentenza della Corte
costituzionale, ha riferito Riccardi. Il vicegovernatore ha
inoltre ricordato l'illegittimità costituzionale dell'articolo
580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la
punibilità di chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio,
autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in
vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia
irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche da lei
ritenute intollerabili, ma pienamente capace di prendere
decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le
modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura
pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del
comitato etico territorialmente competente.
Riccardi ha precisato poi che "al legislatore nazionale spetta
definire cosa si intenda con esattezza per 'morte medicalmente
assistita', chi può accedere alla pratica parzialmente
depenalizzata; stabilire requisiti e forma della richiesta di
morte volontaria medicalmente assistita; prevedere le modalità
del suicidio assistito. Dovrà poi essere definita anche la
possibilità di obiezione di coscienza per il personale sanitario
ed esercente le attività sanitarie ausiliarie in quanto la
Consulta non ha affatto acclarato alcun diritto costituzionale ma
si è limitata a enucleare le condizioni procedimentali richieste
quali condizioni per la non punibilità dell'aiuto al suicidio
prestato a favore di persone che versino nelle situazioni
indicate nella sentenza della Corte costituzionale".
Il vicegovernatore ha infine evidenziato che, a livello
nazionale, la Direzione centrale Salute è coinvolta e partecipa
ai tavoli di discussione per la revisione del decreto del
ministero della Salute per "l'individuazione dei comitati etici
territoriali ai sensi dell'articolo 2, comma 7, della legge 11
gennaio 2018, n.3" e ha spiegato che "in Friuli Venezia Giulia
nel 2016 sono stati istituiti il Comitato etico regionale per la
sperimentazione clinica e presso gli enti pubblici del Servizio
sanitario regionale, dei nuclei etici per la pratica clinica al
fine di assicurare un adeguato esame delle problematiche etiche
connesse alle attività cliniche ed assistenziali. Al momento sono
in atto delle riunioni tecniche per verificare le eventuali
modifiche da apportare alle nostre norme per gestire le
problematiche connesse proprio al fine vita e al suicidio
medicalmente assistito".
ARC/LP/MA/al