Messa Spadone: Anzil, nella tradizione suggestioni per futuro Fvg
Cividale del Friuli, 6 gen - "La Messa dello Spadone è una
delle più belle tradizioni friulane, che affonda le sue origini
nei secoli, al tempo del Patriarcato di Aquileia e non si è mai
interrotta nonostante ogni forma di avversità. È una cerimonia
bella e piena di fascino ma anche una proposta culturale che
eleva Cividale e un'occasione che consente di trovare delle
suggestioni nel passato adatte alla società contemporanea e utili
per impostare una visione futura della nostra regione.
Conserviamo nel cuore la nostra terra e immaginiamo delle
occasioni di nuova ricostruzione". Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con
delega alla Cultura Mario Anzil a margine della cerimonia della
"Messa dello Spadone" che si celebra il giorno dell'Epifania nel
duomo di Cividale del Friuli. Le avverse condizioni metereologiche hanno fatto decidere gli
organizzatori per l'annullamento della rievocazione che al
termine della celebrazione religiosa coinvolge tradizionalmente
oltre duecentocinquanta figuranti in costumi d'epoca. I volontari
della Protezione civile regionale hanno garantito l'assistenza
per tutti gli altri eventi collaterali previsti per la giornata. "Anche senza la sfilata la 'Messa dello Spadone' resta un rito
liturgico oltremodo suggestivo, che dimostra di saper conciliare
la storia con un'offerta di impronta contemporanea per divertire,
appassionare, incuriosire e anche istruire il visitatore che qui
può trovare tante opportunità di scoperta e crescita", ha
commentato Anzil. Nel tempo diversi storici hanno cercato l'origine di questa
antica cerimonia con diverse interpretazioni: l'appellativo
"dello spadone" deriva dal fatto che, durante la cerimonia
liturgica, fa la sua comparsa una spada, appartenuta a Marquardo
di Randeck, patriarca dal 1366 al 1381, che il diacono usa, in
diversi momenti, sollevandola e fendendo l'aria in segno di
saluto o benedizione, quando si rivolge al clero disposto nel
coro e ai fedeli. La tesi più accreditata interpreta la cerimonia con doppio
significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal
Patriarca, anche uomo d'arma in quanto deteneva il potere
temporale di un vasto territorio, all'atto del suo insediamento.
Il vicegovernatore, accolto dal sindaco Daniela Bernardi, ha
preso parte alla Messa concelebrata dall'arciprete Livio Carlino
con un'omelia che ha invitato a coltivare la speranza per
risolvere le angosciose e tristi realtà del mondo, facendo
risuonare il profondo silenzio che invita a scoprire segni di
conforto. Il diacono Assosolm Dominique Mandjami, con in testa l'elmo
piumato, ha impugnato la spada con la destra vibrando tre colpi
in aria in segno di saluto e sorretto l'evangeliario, codice del
XV secolo, appoggiato al petto con la sinistra. Ad accompagnare
la liturgia, con l'epistola cantata dal suddiacono in antica
melodia aquileiense, è stato il coro "Antonio Foraboschi".
ARC/EP/pph
Messa Spadone: Anzil, nella tradizione suggestioni per futuro Fvg